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Classifica migliori deumidificatori per casa

Il deumidificatore è un apparecchio che tutti dovremmo avere in casa o in ufficio. Questo perché combattere l’umidità domestica significa innanzitutto garantirsi la possibilità di godere di buona salute ed in secondo luogo preservare l’appartamento da guasti ed inestetismi.

Volendo scendere un po’ più nel dettaglio, diremo che proprio all’umidità si deve ad esempio la formazione delle muffe, la proliferazione di batteri di ogni ordine e grado ed una percezione ingannevole delle temperature. Ma andiamo con ordine. Per quanto riguarda le muffe diremo che queste non sono soltanto disgustose, ma anche insalubri.

Vivere in un ambiente in cui tali formazioni nascono e proliferano significa arrecare tutta una serie di disturbi all’organismo: dalla congiuntivite alla rinite allergica passando per l’asma e per tutta una sfilza di patologie ben più gravi. A risentire della presenza di muffe in casa e dell’esposizione prolungata alle stesse è soprattutto l’organismo dei bambini, notoriamente più fragile rispetto a quello degli adulti. Non meno vulnerabili poi sono gli anziani ed i soggetti affetti da conclamate patologie respiratorie.

Un discorso simile vale per la formazione delle di colonie di batteri: il corpo in qualche modo percepisce l’insalubrità dell’aria e non di rado l’olfatto distingue con facilità dei cattivi odori sprigionarsi dalle pareti. A prescindere da quanto si possa tenere pulito si ha sempre l’impressione che casa propria emani degli effluvi poco gradevoli o di vivere in un ambiente sporco.

La presenza di batteri poi, è quasi superfluo sottolinearlo, ci espone al rischio di contrarre delle malattie. L’affermazione è vera ancora una volta soprattutto nel caso dei bambini, degli anziani e di coloro i quali soffrano di diverse forme allergiche.

Per quanto riguarda la percezione della temperatura diremo infine che un ambiente umido viene in genere giudicato dall’organismo più caldo o più freddo di quanto non sia effettivamente. Ciò significa patire l’afa durante la bella stagione e battere i denti durante il resto dell’anno.

In poche parole in casa propria, a causa dell’umidità, si rischia di stare male… in tutti i sensi. Un buon deumidificatore può risolvere il problema a monte riducendo notevolmente i livelli di umidità presenti nell’aria, restituendoci il piacere di vivere nel nostro appartamento e proteggendo la nostra salute. Insomma: perché non comprarne uno?

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Comprare un deumidificatore: quando è necessario?

Per fortuna non tutti gli appartamenti presentano problemi di umidità. Molto si deve alle abitudini di chi vive in casa: ad esempio lasciare asciugare i panni sui termosifoni è in tal senso una pessima idea, così come non è consigliabile tenere sempre le finestre chiuse. Di contro però la casa può essere umida anche a causa di danni strutturali o di errori di progettazione indipendenti dal nostro modo di agire.

Per verificare quale sia la situazione del nostro appartamento è allora necessario andare a caccia di indicatori. Una casa “malata” vedrà spesso la formazione di condensa sui vetri e sulle finestre. Qui e là saranno presenti anche degli ammassi di muffa che, nei casi peggiori, potranno annidarsi persino dentro gli armadi. Non è da escludere poi che lenzuola, abiti, muri e pavimenti appaiano bagnati al tatto o che ritirandosi si venga travolti da un’ondata di puzza.

Un ultimo indicatore da tenere in considerazione è la sensazione che in casa sia difficile respirare, che manchi quasi l’aria. Questi segnali di malessere inviati dal nostro appartamento si manifesteranno con maggior insistenza nei bagni e nelle cucine, ma anche nei sotterranei, nelle lavanderie e nelle stanze in cui batta di meno la luce del sole.

In ogni caso in presenza di uno o più di questi indicatori è necessario acquistare un deumidificatore ed oltretutto si consiglia anche di procedere celermente se in casa vivono soggetti a rischio (anziani, bebè ed allergici).
Una curiosità: nonostante quanto si possa dire in giro è quasi impossibile stabilire a monte quale sia il giusto livello di umidità di un ambiente. Si tenga quindi presente che al crescere delle temperature sarà generalmente necessario ridurre i livelli di acquosità dell’aria.

I vantaggi correlati

Comprare un deumidificatore non significa solo bonificare casa. Questi apparecchi infatti potrebbero tornare utili anche nel momento in cui si decidesse di asciugare il bucato nella privacy del proprio appartamento. Certi marchingegni infatti sono pensati anche per assolvere a tale funzione. Essi inoltre possono pulire e filtrare l’aria aiutandoci a percepire profumi ed odori prima coperti dal nauseante olezzo emanato da muffe e colonie batteriche.

Deumidificatore vs condizionatore: quale scegliere?

Non sono pochi gli utenti che non hanno le idee chiare in proposito. Diciamo subito che entrambi gli apparecchi possono aiutarci a soffrire di meno il caldo, ma il loro approccio al problema è differente. Il deumidificatore funziona infatti perché, eliminando dall’atmosfera l’eccesso di umidità, aiuta il corpo a meglio refrigerarsi ed a percepire meno il calore quando in estate le temperature raggiungono il picco massimo.

Esso quindi in realtà non raffredda l’aria, semplicemente la rende meno intollerabile per l’organismo umano facendo sì che il caldo umido si converta in caldo secco. Chi invece abbassa le temperature, ed anche in tempi rapidi, è il condizionatore. Quest’ultimo però non agisce sui livelli di umidità presenti nell’aria: ecco perché una volta spento sentiamo subito caldo.

Quale dei due apparecchi perciò è meglio tenere in casa? Beh, diciamo che su questa scelta grava una forte componente soggettiva. Tuttavia possiamo aggiungere ad essa ulteriori metri di giudizio caratterizzati da una maggiore razionalizzazione del problema. Cominciamo col dire che il condizionatore consuma sicuramente di più e ci espone maggiormente al rischio di malanni. Di contro però agisce in tempi ultrarapidi.

Il deumidificatore invece consuma e quindi inquina di meno e, sebbene agisca in tempi un po’ più lunghi, non espone il corpo ad alcun tipo di rischio. Quest’ultimo inoltre offre il vantaggio di depurare l’aria e di poter essere utilizzato praticamente tutto l’anno. Ad onor del vero dobbiamo dire che alcuni condizionatori si stanno in tal senso adeguando, ma si tratta ancora di casi rari.

Alla luce di quanto sin qui affermato, è chiaro che non possiamo propendere per l’assoluta superiorità di uno dei due elettrodomestici rispetto all’altro. Spetterà quindi a chi legge fare tutte le valutazioni del caso ed acquistare il prodotto che meglio soddisfi le sue esigenze.

Scegliere un deumidificatore: guida all’acquisto

Fatte quindi tutte le premesse del caso, possiamo adesso individuare le caratteristiche ideali di un buon deumidificatore. Ecco quindi una lista di criteri selettivi utili all’acquisto di un prodotto efficiente e funzionale:

Tecnologia impiegata

Sono diverse le tipologie di deumidificatori ad oggi presenti sul mercato. A differenziarle concorre essenzialmente il tipo di tecnologia impiegata per il loro funzionamento. Iniziamo così col dire che in commercio, ad oggi almeno, sono presenti tre diverse varianti di questo apparecchio: il modello naturale, quello a condensazione e quello ad essiccazione.

Nel primo caso siamo dinnanzi ad un prodotto molto economico, in grado di funzionare senza l’ausilio di corrente elettrica. Questa tipologia di deumidificatore è silenziosa e discreta ed in genere ha la forma di una scatoletta più o meno stilizzata contenente dei sali e delle argille. Proprio queste sostanze riescono a scindere l’aria dall’acqua contenuta nell’atmosfera ed ad incamerare quindi l’umidità in appositi alloggi.

Normalmente i deumidificatori naturali funzionano per circa un trimestre, dopo di che diventa necessario acquistare dei sali di ricambio. C’è da dire che per quanto utile, tale variante di deumidificatore è senza dubbio quella meno efficace in assoluto e che essa può svolgere bene il suo lavoro soltanto in stanze dalle dimensioni medio-piccole (12 metri quadri al massimo).

Le varianti di deumidificatore naturale dallo styling particolarmente compatto, per lo stesso principio, vanno bene al massimo per gli armadi, i cassetti e gli sgabuzzini senza grosse pretese. I deumidificatori a condensazione sono sicuramente più efficienti, ma sfruttano comunque una tecnologia un po’ retrò. Essi si alimentano elettricamente ed il loro funzionamento si basa per l’appunto sul principio della condensazione.

Questo significa che un’apposita ventola convoglia l’aria della stanza interessata in direzione di una serpentina adeguatamente refrigerata presente all’interno dell’apparecchio. Qui si condensa il vapore acqueo e quindi l’umidità mentre l’aria si depura e si asciuga. I liquidi estratti, per così dire, finiscono quindi in un’apposita vaschetta, l’aria invece viene appena riscaldata e rimessa in circolo. I deumidificatori ad essiccazione infine sono le new entry del settore. Essi lavorano per adsorbimento.

In poche parole l’aria passa stavolta attraverso una superficie naturale e molto porosa che trattiene tutta l’umidità. Tale materiale, detto zeolite, viene utilizzato per costruire un dischetto in perenne movimento. Questo tipo di deumidificatore si avvale inoltre dell’azione di una serpentina riscaldata. Ancora una volta l’acqua viene scissa dall’aria e quest’ultima, adeguatamente riscaldata, torna in circolo nell’ambiente.

La tecnologia in questione è la più economica, ecologica e silenziosa delle tre. Dovendo scegliere tra le soluzioni presentate bisognerà quindi tenere conto delle dimensioni della stanza o della casa su cui si intende agire, del grado di rumorosità dell’apparecchio e della qualità dell’aria rimessa in circolo. Su quest’ultimo punto dobbiamo aprire una piccola parentesi. Gli apparecchi ad essiccazione, soprattutto se utilizzati in modalità Laudry, risultano in genere più efficaci e meglio performanti.

Questo perché immettono nell’atmosfera aria più calda. I deumidificatori a condensazione inoltre sono spesso pesanti e rumorosi e possono risultare meno efficienti quando la stanza in cui vengono collocati ha una temperatura inferiore ai 15°C. Detto ciò, abbiamo una sorta di menzione speciale: il deumidificatore combi.

Quest’ultimo è in realtà un apparecchio combinato, ibrido. Esso può sia agire sull’umidità che fungere da termoventilatore. Si tratta di un pratico due in uno, ma sicuramente questo apparecchio consuma un po’ troppo. Il consiglio quindi, è generalmente quello di propendere per un deumidificatore di ultima generazione, ossia ad essiccazione.

Conversione

Un altro aspetto che bisogna tenere in considerazione quando si acquista un deumidificatore è la sua effettiva capacità di conversione dell’umidità contenuta nell’aria in acqua di cui potersi sbarazzare in un secondo momento. Chiaro è che difficilmente questo dato può essere ricavato su due piedi davanti agli scaffali di un negozio mentre magari si sceglie il proprio apparecchio.

Per poter ottenere una stima effettiva della capacità di deumidificazione dell’elettrodomestico sarà perciò necessario basarsi sui dati relativi ai litri di acqua “lavorabili” in un giorno. La cosa però non finisce qui. Il dato fornito direttamente dalla casa produttrice dovrebbe essere rapportato anche al tipo di deumidificatore che si intende acquistare.

I fabbricanti di prodotti ad essiccazione assicurano che i loro apparecchi riescano ad estrarre dall’aria dai 6 agli 8 litri di acqua al giorno. Tale dato, spesso riportato sulla confezione dell’articolo, tutto sommato è abbastanza attendibile, anche se non può dirsi preciso al millilitro. Le confezioni delle varianti a condensazione invece riportano un’informazione in qualche misura ingannevole. Si omette spesso infatti di comunicare all’utente che il dato presente sul pacchetto è applicabile ad un lavoro in condizioni standard.

Questo significa che l’elettrodomestico offre quelle prestazioni se il tasso di umidità presente nell’aria è pari all’80% e la temperatura stimata si aggira sui 30°C. Utilizzando però l’apparecchio in una fase dell’anno in cui ci sia più fresco, il valore stimato sulla scheda tecnica scenderà di un buon 35% in media.

Se quindi sulla confezione c’è scritto che il livello di assorbimento dell’acqua di cui è capace l’elettrodomestico è pari ad una decina di litri al giorno, in effetti la resa media del deumidificatore sarà stimabile sui 6 litri di acqua quotidiani. In poche parole quindi maggiore è il livello di umidità da combattere e maggiore dovrà essere la resa del deumidificatore. Questo significa normalmente acquistare un prodotto di fascia medio-alta che non sia quindi eccessivamente economico.

Per accaparrarsi l’articolo che meglio si adatti alle proprie esigenze infine bisognerebbe rapportare la temperatura media della casa o della stanza in cui l’elettrodomestico agirà al tasso di umidità normalmente registrato. Online non mancano tabelle da consultare in proposito in cui a ciascuna combinazione viene assegnato un corrispettivo in termini di capacità di deumificazione.

Ampiezza dei locali

Come accennavamo in precedenza, prima di acquistare un deumidificatore sarebbe bene avere le idee chiare circa la metratura su cui esso sarà in grado di agire. Questa indicazione è spesso presente sulle confezioni dei deumidificatori e viene calcolata considerando forfettariamente l’altezza di un qualsiasi locale pari a poco meno di 3 metri (2,70m il più delle volte). Assumendo questo dato, è quindi possibile stimare la superficie d’azione in metri quadri o in metri cubi.

Il valore che stiamo qui esaminando, non è difficile intuirlo, è in stretta connessione con la capacità di deumificazione di cui abbiamo già parlato al punto precedente. Chiaro è infatti che un apparecchio di buona qualità, potente al punto giusto, lavora senza difficoltà su metrature più ampie. Attenzione quindi ad esaminare con cura queste due voci: affidandovi al caso si potrebbe acquistare infatti un apparecchio troppo potente in relazione alle proprie esigenze o la cui azione risulti effettivamente alquanto blanda.

Nel primo caso la stanza risulterà sicuramente meno umida ed insalubre, ma i consumi finiranno per essere eccessivi e, di conseguenza, si sprecheranno risorse energetiche ed economiche. Nel secondo non si concluderà pressoché niente, si rimarrà insoddisfatti del proprio acquisto e si correrà ai ripari comprando un nuovo apparecchio (gettando via in pratica il denaro precedentemente investito).

Filtraggio dell’aria

Un buon deumidificatore deve in qualche maniera assicurare il ricambio ed il filtraggio dell’aria. Questa capacità viene in genere indicata sulla confezione del prodotto sotto la voce “portata”. La sua unità di misura è il metro cubo orario: in poche parole si rileva così il quantitativo di aria che attraversa l’apparecchio in una fascia temporale pari ad un’ora. Questo dato serve a stimare quanti minuti saranno necessari all’utente per bonificare l’aria della stanza in cui il prodotto sarà chiamato ad agire.

Stimare questo dato non è semplicissimo ed infatti molte aziende evitano di apporlo sulle confezioni dei deumidificatori lanciati sul mercato. Del resto esso è in effetti la risultante della connessione esistente tra le dimensioni della stanza, con particolare attenzione all’altezza effettiva, la temperatura media ed il livello di umidità qui presente.

Si tratta insomma di dati che difficilmente un’azienda può conoscere a priori. Anche in questo caso online sono presenti delle tabelle esemplificative in cui poter trovare un’indicazione di massima sull’apparecchio ideale. Si tenga comunque presente che stanze molto grandi richiedono mediamente due o più deumidificatori.

Wattaggio

Torna utile prestare attenzione anche al wattaggio dell’apparecchio e, partendo da questo dato, farsi un’idea dei consumi relativi al deumidificatore. Sul mercato è possibile reperire prodotti la cui potenza oscilli tra i 100 W (se non di meno) ed i 600 W. Per tutto quello che è stato sinora detto non possiamo in assoluto individuare un modello migliore rispetto agli altri: ognuno dovrà quindi acquistare il proprio deumidificatore sulla scorta di dati empirici ed individuali.

Per quanto riguarda i consumi però si tenga presente che normalmente i deumidificatori si avvalgono di funzionamento in maniera continua soltanto inizialmente, successivamente lavoreranno ad intermittenza. Questo significa che il wattaggio massimo raggiungibile dall’apparecchio non è lo stesso di quello effettivamente registrato in corso d’opera. In parole povere un deumidificatore da 600 W lavorerà con questa potenza soltanto per qualche minuto, successivamente il suo funzionamento richiederà un minore rifornimento energetico.

In ogni caso il consumo elettrico dell’apparecchio è un dato che in qualche misura va accettato senza battere ciglio: abbiamo visto infatti che per agire su determinate metrature e su certi tassi di umidità in presenza di temperature più o meno proibitive è giocoforza necessario acquistare un apparecchio potente. A quel punto le strade sono due: sorbirsi l’umidità e tutti i suoi effetti nefasti comprando qualcosa di inadeguato o rassegnarsi ai consumi del deumidificatore giusto sapendo che in effetti il gioco potrebbe valere la candela…

Programmi

Partiamo dal presupposto che il deumidificatore non è un elettrodomestico dotato di molte funzioni. Esso in genere si limita a depurare gli ambienti estraendo dall’aria l’umidità presente. Tuttavia alcuni apparecchi, soprattutto quelli di un certo livello e che come tali hanno un costo mediamente superiore rispetto ai deumidificatori basic, possono offrire agli utenti anche delle funzioni opzionali a dire il vero molto utili. Iniziamo dal programma asciugabiancheria.

Molti di noi, costretti dalla necessità di cambiarsi spesso d’abito combinata alla frequenza delle giornate fredde e piovose, non di rado si trovano in difficoltà al sopraggiungere dell’inverno. Una delle soluzioni più gettonate quindi è quella di comprare un piccolo stendibiancheria da tenere dentro casa nella speranza che i panni si asciughino per effetto delle finestre aperte a creare corrente. Un’altra opzione è quella di accendere i termosifoni e lasciare che i vestiti si asciughino grazie al calore da questi sprigionato.

Bene, in entrambi i casi magari si riesce a rimediare il cambio per l’indomani, ma si aumenta comunque il tasso di umidità presente nell’aria. Si tratta quindi di abitudini sbagliate, anche se dettate dalla necessità. Il suggerimento perciò è quello di correggerle quanto prima magari mediante l’utilizzo di un deumidificatore con funzione asciugabiancheria.

Se è vero infatti che un po’ tutti i deumidificatori possono in qualche modo privare la biancheria dell’acqua in eccesso, è anche vero che quelli dotati di programma specifico possono agire molto più velocemente rispetto agli altri. Ciò perché questi apparecchi riescono a lavorare utilizzando potenze maggiori o immettendo nell’ambiente dell’aria molto più calda rispetto alla norma. Un’altra funzione sempre gradita in questo genere di elettrodomestici è poi il timer.

Esso consente, nei modelli meno evoluti almeno, di spegnere sistematicamente l’apparecchio dopo un certo quantitativo di ore dalla sua accensione. Gli articoli più evoluti permettono invece all’utente di programmare sia l’accensione che lo spegnimento e persino di adottare orari di lavoro differenti in relazione al giorno della settimana. Indispensabili sono infine le funzioni di sicurezza. Esse sono parecchie, ma le più importanti sono sicuramente quelle relative al blocco della tastiera ed all’autospegnimento.

Nel primo caso siamo davanti ad un programma pensato per evitare accidentali cambi di impostazione dell’apparecchio. Una volta che la tastiera è bloccata infatti gli urti accidentali o le manine esploratrici dei bimbi poco o nulla potranno per alterare il programma del deumidificatore. Con autospegnimento in questo caso non intendiamo la funzione che, come descritto poco prima, consente all’apparecchio di disattivarsi dopo un tot di ore.

La funzione a cui qui ci si riferisce si attiva quando la vaschetta in cui viene convogliata l’acqua estratta dall’aria raggiunge il limite massimo di riempimento. Per motivi di sicurezza allora il dispositivo si spegne consentendo all’utente di gettare il liquido raccolto e di riavviare il ciclo.

Facilità di impiego

E’ buona abitudine quando si acquista un qualsiasi tipo di elettrodomestico verificare che esso sia facile da utilizzare. Diversamente, alla lunga, si finirebbe per sprecare il proprio denaro dato che per pigrizia o per scarsa dimestichezza con il prodotto, si avrebbero sempre delle remore ad adoperarlo. Il deumidificatore è un apparecchio che in linea di massima si utilizzerà quotidianamente, almeno per tre mesi l’anno.

Questo significa in primis che esso deve essere silenzioso. Sulla confezione del prodotto viene spesso riportata in decibel la fascia di rumorosità prevista. Allo stato attuale i deumidificatori presenti sul mercato raggiungono valori che si attestano sui 36/50 db. Diciamo che, soprattutto mantenendosi a metà di questo range, il rumore prodotto è tutto sommato sopportabile. Del resto non è proprio possibile sperare di trovare un apparecchio del tutto silenzioso (a meno che non si ricorra ai deumidificatori non elettrici che, come abbiamo visto, non sempre sono efficaci).

Questo parametro comunque, in una sorta di catena senza fine, va messo ancora una volta in relazione con il tipo di impiego previsto per l’apparecchio, con le dimensioni della stanza, la potenza necessaria e, perché no, la fascia oraria in cui si conta di azionare il dispositivo. Insomma: per quanto rumoroso un deumidificatore che è destinato alla cantina non potrà infastidire più di tanto nessuno. Un prodotto poco silenzioso da piazzare di notte in camera da letto è invece croce e delizia…

Ciascuno faccia quindi a tal riguardo tutte le necessarie valutazioni. Sotto la voce “praticità di impiego” dobbiamo inserire anche il sistema di scarico utilizzato dal dispositivo. L’acqua estratta dall’aria infatti, come abbiamo già illustrato altrove, viene convogliata spesso in apposite vaschette che periodicamente dovranno essere svuotate dall’utente.

Gli apparecchi attualmente in commercio prevedono la possibilità di avvalersi di un serbatoio di raccolta (da liberare quindi manualmente) o di uno scarico diretto mediante tubi. I migliori prodotti sono in tal senso molto versatili: presentano infatti entrambi i sistemi lasciando all’utente la possibilità di scegliere quale utilizzare in relazione alle esigenze del momento.

Nel caso in cui si preferisse o si fosse costretti a scegliere un modello con serbatoio, il suggerimento è quello di optare per una vaschetta di discreta capacità in modo da diradare il più possibile nel tempo gli interventi di svuotamento. In base alle condizioni di partenza dell’ambiente infatti le vaschette potrebbero riempirsi nel giro di poche ore cosa che, soprattutto la notte, potrebbe risultare alquanto fastidiosa.

Ad oggi sul mercato esistono deumidificatori dotati di contenitori la cui capacità oscilla da 1 a circa 7 litri: ognuno sceglierà chiaramente in funzione delle proprie possibilità e delle proprie necessità. Nel caso in cui si optasse invece per un modello dotato di tubo di scarico il problema non si porrebbe: l’apparecchio può infatti essere lasciato in funzione praticamente tutto il giorno senza correre a svuotare il serbatoio ogni 3 ore.

Certo, esteticamente non sempre si tratta di una buona soluzione, ma anche in questo caso bisogna valutare molti altri parametri, primo tra tutti il luogo in cui il dispositivo verrà collocato.

Facilità di manutenzione

Praticare una buona manutenzione significa nel caso degli elettrodomestici garantire a questi ultimi una lunga aspettativa di vita. Il deumidificatore in tal senso non fa di certo eccezione. Dato che questo dispositivo viene utilizzato di frequente e per un numero significativo di ore, la manutenzione è pressoché necessaria. Il suggerimento è di optare quindi per un prodotto che in tal senso sia facilmente gestibile tanto per quanto riguarda la pulizia quanto relativamente ai cambi di filtri, sali e via discorrendo…

Styling

Quando si compra un deumidificatore, un po’ come si fa con alcune tipologie di elettrodomestici o con un mobile vero e proprio, bisogna tener conto tanto delle sue effettive dimensioni quanto del suo design. Andiamo con ordine. Valutare la grandezza del deumidificatore che ci si accinge ad acquistare può essere più importante di quanto si crede: in base ad essa sarà pensabile o meno trasportare l’apparecchio in giro per casa, per le scale o portarlo con sé magari in villeggiatura.

Tra l’altro un ingombro eccessivo può risultare fastidioso da gestire, soprattutto se la casa ha dimensioni contenute, se si è soliti riporre l’apparecchio nello sgabuzzino una volta terminato il periodo critico e così via. Bisognerà quindi avere le idee chiare su dove collocare il prodotto, prendere le misure del vano messo a disposizione e confrontarle con quelle riportate sulla confezione dell’apparecchio.

Attenzione anche al peso del deumidificatore. Esistono infatti dispositivi tutto sommato abbastanza compatti, ma molto pesanti e come tali difficili da trasportare. Ed a proposito di trasporto: meglio optare sempre per qualcosa che sia dotato di maniglie e ruote in modo da agevolare ulteriormente le operazioni. Torna a questo punto utile specificare che sul mercato esistono anche degli articoli pensati per essere fissati al muro.

Si tratta di una soluzione comoda e pratica, soprattutto per gli uffici ed i negozi. Ovviamente però prima di comprare un simile deumidificatore bisognerà verificare che sia corredato degli accessori necessari per essere posto a parete e che il muro opzionato possa effettivamente reggerne il peso. Passiamo adesso alla questione estetica: non tutti riservano particolare attenzione a questo aspetto del problema, ma in effetti vedere una casa in ordine ed in cui tutti gli arredi ed i complementi siano tra loro ben armonizzati fa sempre piacere.

Il deumidificatore è un oggetto che, per forza di cose, starà spesso in bella mostra. Per questo motivo, dato che le case produttrici sembrano molto attente al problema, si suggerisce di scegliere l’apparecchio che per forma, dimensioni, colore e design meglio si adatti all’ambiente domestico o agli arredi dell’ufficio.