Il termometro da cucina è un attrezzo molto utile, quasi irrinunciabile, per chi ama stare dietro ai fornelli. Il suo utilizzo consente infatti di misurare con una certa precisione le temperature raggiunte dagli alimenti durante la loro cottura e preparare quindi dei piatti praticamente perfetti. Per ottenere, ad esempio, una frittura sana e croccante al punto giusto è fondamentale introdurre i cibi nell’olio prima che questo raggiunga il suo punto di fumo.
Diversamente, gli alimenti cotti tramite questo procedimento, potranno risultare poco saporiti o peggio indigesti e pericolosi. Monitorare la temperatura degli alimenti in cottura significa inoltre non sprecare tempo e risorse e, particolare non proprio trascurabile, risparmiare. Infine, altra motivazione di una certa importanza, i risultati in cucina grazie all’impiego di un termometro, potranno migliorare parecchio soprattutto quando ci si cimenta nella preparazione di piatti un po’ più complessi.
Come funzionano i termometri da cucina?
Un termometro da cucina è solitamente composto da una sonda e da un display. La prima serve a rilevare la temperatura degli alimenti, l’altra permette a chi cucina di ricevere la suddetta informazione. I modelli base, quelli da usare sporadicamente, prevedono l’unione dei due componenti in un unico corpo. I migliori termometri da cucina invece hanno una sonda collegata grazie ad un cavo al display che resta quindi all’esterno della pentola.
Come scegliere un buon termometro da cucina
Le tipologie di termometri da cucina, così come le relative fasce di costo, sono molte e spesso per il consumatore medio scegliere il prodotto più adatto alle proprie esigenze può rappresentare un grosso problema. Esistono quindi diversi criteri di selezione che possono aiutare l’acquirente ad individuare il miglior prodotto sul mercato o, quanto meno, quello che meglio risponde ai propri bisogni. Ecco nel dettaglio i criteri da adottare per scegliere il proprio termometro:
• Temperature misurabili: il range di temperatura misurabile tramite un termometro da cucina può essere più o meno ampio; basti pensare che alcuni prodotti riescono a rilevare i -50° ed altri persino i 300°. In generale tanto più ampio sarà il gap tra la temperatura inferiore e quella maggiore che il termometro riuscirà a rilevare, migliore sarà la resistenza dello stesso agli sbalzi termici e, conseguentemente, maggiore sarà anche la versatilità in cucina (con lo stesso termometro si potranno quindi preparare una gran varietà di piatti richiedenti temperature di cottura, lievitazione o abbattimento parecchio diverse tra loro)
• Materiali di realizzo: i materiali con cui possono essere realizzati i termometri da cucina sono parecchi e rispondono quindi a diverse necessità. Quale scegliere? Chiaramente anche in questo caso si prediligerà l’idea di acquistare un prodotto versatile ossia adattabile a contesti molto diversi tra loro. I migliori termometri da cucina sono quindi quelli realizzati in metallo dato che consentono la misurazione in forno, in olio bollente o in contesti particolarmente freddi. Esistono anche degli strumenti più economici, ovviamente prodotti in plastica, ma questi sono utilizzabili in un range ridotto di situazioni. I modelli in metallo, inoltre, per quanto più costosi, sono destinati a durare nel tempo. Esistono poi dei termometri da cucina costruiti in acciaio inox e vetro. In genere questi strumenti si rivelano particolarmente adatti nella lavorazione dello zucchero o nella preparazione del caramello oppure ancora nella misurazione della temperatura dei liquidi. Questo particolare tipo di termometro prende il nome di caramellometro
• Velocità di rilevazione della temperatura: è chiaro che quando si deve rilevare la temperatura di una pietanza in cottura, l’informazione deve arrivare allo chef con una certa velocità onde evitare che il piatto si rovini (a volte bastano pochi istanti per sprecare il lavoro di tante ore). I migliori termometri da cucina sono in grado di rilevare e comunicare questo parametro in tempi brevissimi (circa 5 secondi se non di meno). Ovviamente esistono sul mercato anche strumenti che impiegano qualche secondo in più e che per questo sono un po’ più economici dei termometri professionali. La resa però, non è difficile capirlo, sarà sicuramente accettabile, ma comunque peggiore
• Precisione: gli strumenti, in relazione alla loro fattura, possono rilevare o meno minime oscillazioni di temperatura. I migliori termometri da cucina percepiscono variazioni uguali a ± 0,1° C. I modelli meno pregiati invece rilevano tali oscillazioni a partire da 1°C. Tale parametro può risultare più o meno importante in funzione delle proprie esigenze. Ovviamente ad una maggiore precisione corrisponde quasi sempre una riuscita migliore della pietanza
• Resistenza all’acqua: ovviamente per misurare la temperatura dei liquidi è necessario procurarsi uno strumento in grado di resistere a periodi più o meno lunghi di immersione
• Hi-tech: i migliori termometri da cucina presenti sul mercato possono, tra le altre cose, connettersi ai cellulari o ai tablet sfruttando tecnologie quali il bluetooth o il wireless. Ciò permette ai cuochi, nel caso in cui il tipo di cottura lo consenta, di allontanarsi temporaneamente dai fornelli ed iniziare a preparare un altro piatto, la guarnizione o il contorno della pietanza in cottura
Un termometro che possa durare nel tempo: la manutenzione
E’ chiaro che la durata nel tempo di un termometro da cucina è direttamente proporzionale alla sua fattura e, soprattutto, al tipo di manutenzione che riceve. E’ quasi superfluo dire che ad ogni utilizzo lo strumento deve essere ripulito avvalendosi di acqua e saponi delicati. Qualora il termometro si fosse incrostato o nel caso in cui la pulizia tramite detergenti dovesse risultare poco efficace, è meglio ricorrere a metodi più “persuasivi”.
In generale in questi casi il termometro va lasciato per qualche tempo in immersione in acqua bollente. Ovviamente la parte da trattare è sempre la sonda e l’acqua deve raggiungere temperature adatte al termometro. Questo prezioso strumento da cucina, una volta lavato, va asciugato subito ed in maniera molto accurata. Riporlo quando è ancora umido o lasciarlo ad asciugare significa, quasi sicuramente, vederlo arrugginire.
Nel caso in cui si abbia a che fare con un termometro a batteria infine si consiglia di spegnerlo ogni qualvolta non sia più in uso e, soprattutto se l’oggetto viene impiegato raramente, di rimuovere le batterie durante il periodo in cui il termometro non verrà utilizzato.
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Sono Valentina Idone e grazie alla mia esperienza di esperta di elettrodomestici, posso offrirvi i migliori consigli sui modelli più adatti alle vostre esigenze. Provo personalmente diversi elettrodomestici e fornisco un’opinione onesta sulle loro prestazioni per aiutarvi a prendere una decisione consapevole.