Il piano cottura elettrico è per le nostre cucine un elemento decisamente caratterizzante. Esso, ormai presente in catalogo in varie forme e dimensioni, funzionante grazie all’impiego di differenti tecnologie e capace di rispondere tanto alle esigenze di famiglie numerose quanto a quelle di singoli utenti, può essere considerato qualcosa di più che non un semplice utensile domestico.
Proprio questa grande varietà di opzioni, unita alle continue migliorie ed alle frequenti innovazioni del settore ha reso possibile agli utenti apprezzare sempre di più l’oggetto in esame, ma al contempo ha fatto sì che i meno esperti faticassero un po’ di più ad individuare il piano cottura ideale. Ecco spiegata la necessità di ricorrere ai consigli per gli acquisti: su tutti il parere di personale tecnico specializzato, il passaparola ed internet. Ed è qui che entra in gioco la nostra breve guida…
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Piano cottura elettrico: come scegliere il migliore?
Sono molte le caratteristiche, più o meno evidenti, che un piano cottura elettrico deve possedere per potersi dire di buona qualità. Tra l’altro, per essere certi di concludere un vero affare, bisognerebbe conoscere bene le qualità peculiari di questo genere di elettrodomestico. Dell’uno e dell’altro aspetto ci occuperemo nel corso delle prossime righe. Ecco quindi a quali particolari prestare attenzione all’atto dell’acquisto di un piano cottura elettrico:
Tipologia
I piani cottura elettrici non sono tutti uguali. Per semplicità in questa sede distingueremo a tal proposito fra tre grandi categorie: i modelli a resistenza elettrica, quelli dotati di piastre alogene ed i prodotti a tecnologia ibrida. Nella prima casistica rientrano essenzialmente degli articoli senza grosse pretese: essi impiegano tecnologie molto semplici, hanno spesso costi relativamente bassi e non offrono chissà quali vantaggi.
I piani cottura in questione funzionano grazie all’impiego di alcune resistenze elettriche debitamente collocate nelle immediate vicinanze delle piastre radianti. Le resistenze di cui sopra, una volta accese, si riscalderanno rispondendo ad un input elettrico ed a quel punto irradieranno sui fuochi il calore sviluppato. Lo svantaggio più grosso legato all’impiego di questa tecnologia risiede nell’alto livello di dispersione di calore connaturato al sistema.
Proprio in virtù di questo aspetto, l’intero piano cottura finisce per scaldarsi all’impiego di un unico fuoco e la cottura dei cibi avviene in maniera più lenta rispetto a quanto non accada utilizzando altre tipologie di fornelli. Inutile dire inoltre che i consumi legati ad un prodotto a resistenza elettrica sono sicuramente superiori rispetto a quelli registrati utilizzando altre varianti di piano cottura. C’è però da sottolineare che, oltre ad essere molto economici, questi utensili sono decisamente durevoli.
Il suggerimento è allora quello di destinarli soprattutto alle case di villeggiatura o ad utenti che prediligono utilizzare altre tecniche di cottura degli alimenti. Per quanto riguarda le piastre alogene diremo invece che si tratta di prodotti sicuramente capaci di offrire una resa migliore. In luogo delle resistenze elettriche sono qui presenti delle lampade alogene, ancora una volta piazzate al di sotto dei fuochi. Stavolta però non si verifica alcuna forma di dispersione del calore.
Ciò significa ridurre a monte i consumi e cuocere i propri piatti in maniera più veloce. Normalmente i piani cottura a tecnologia alogena sono realizzati in vetroceramica. Questo materiale infatti riesce a meglio sopportare le alte temperature. Tale tipologia di oggetto è quella più versatile ed adatta a soddisfare le esigenze di un’utenza media. I piani cottura ibridi infine uniscono pregi e difetti dei due modelli sin qui presentati.
Si tratta di prodotti discretamente economici ma non proprio validissimi dal punto di vista estetico. Questa tecnologia di adatta quindi soprattutto ad utenti non molto propensi a sacrificare la loro comodità per acquistare un bell’oggetto.
Consumi
Per quanto riguarda il rapporto intercorrente tra la scelta di un piano cottura elettrico ed il fabbisogno di corrente dello stesso abbiamo in qualche modo dato notizia nel paragrafo precedente. Ci concentreremo quindi adesso su altri aspetti del problema. Un grosso handicap per quanto riguarda la valutazione degli oggetti in qui in esame risiede nel mancato obbligo di esporli con una targhetta dei consumi a corredo.
Questa prassi è prescritta per tantissime categorie di elettrodomestici, ma purtroppo non in questo caso. L’utente quindi, leggendo le schede tecniche del prodotto, potrà avere tuttalpiù dei ragguagli sulla massima potenza aggregata raggiungibile. Tale parametro indica il consumo previsto nel caso in cui l’acquirente decidesse di accendere all’unisono tutti i fuochi e di settarli sulla massima temperatura.
Si tratta quindi di un dato abbastanza aleatorio, ma capace comunque di fornire delle indicazioni di massima sui consumi connessi all’impiego del dispositivo. Questa informazione viene espressa in Watt. Si consideri perciò che un articolo a sei fuochi raggiungerà mediamente una massima potenza aggregata pari a 10 mila o più Watt.
Ora, per rendere un po’ meno teorico il discorso e consentire a chi legge di fare le sue valutazioni, diremo che con circa 2000 W quotidiani sfruttati per un’ora al giorno in un anno l’utilizzo del piano cottura richiederebbe l’esborso in bolletta di una settantina di euro circa. Partendo da questo dato quindi sarebbe possibile effettuare già una prima stima dei consumi di un piano cottura elettrico.
C’è da dire però che per poter valutare al meglio questo dato bisognerà tenere in considerazione le informazioni relative alla massima potenza aggregata e combinarle con i dati precedentemente esposti circa la tipologia di apparecchio acquistato. Le informazioni così ricavate andranno infine rapportate alle abitudini d’uso dell’utente.
Procedura di installazione
Quando si acquista un piano cottura elettrico si deve mettere in conto anche la necessità di installare l’elettrodomestico in questione. Ciò significa scegliere tra prodotti da incasso e modelli rialzati. Questi ultimi, parecchio costosi a dire il vero, sono ad oggi poco diffusi. Essi consentono più che altro di obbedire a precise scelte estetiche, ma non apportano di fatto dei vantaggi apprezzabili per quanto riguarda l’utilizzo del piano cottura. La variante da incasso risulta invece sicuramente più pratica ed economica.
Alcune soluzioni infine sono pensate per essere vendute in combo con il forno ed altre per essere facilmente trasportabili. Nel primo caso quindi l’installazione avverrà contemporaneamente alla posa del forno, nell’altro non sarà necessaria.
Grandezza
I piani cottura possono constare di un numero diverso di fuochi. Ovvio è che in tal senso non è possibile affermare che una variante sia in assoluto migliore dell’altra: tutto sta nel considerare quali siano le abitudini dell’utente e quante persone siano solite consumare insieme in casa i loro pasti. Detto ciò, specifichiamo che i piani cottura elettrici attualmente più piccoli tra quelli in commercio sono dotati di un paio di fuochi e si estendono al massimo per 30 centimetri di larghezza.
Questa soluzione, non è difficile intuirlo, non consente di cucinare in contemporanea molti piatti e comunque non permette di utilizzare in simultanea pentole dalle dimensioni più grandi dei 15 centimetri di diametro. Siamo dinnanzi quindi ad un prodotto pensato per chi usa poco la cucina, predilige il forno o le vaporiere oppure ancora si trova costretto ad arrangiarsi in pochissimo spazio.
La misura media invece prevede la presenza di 3 o al massimo 4 fuochi. Le dimensioni dell’oggetto stavolta sono pressoché doppie rispetto alla precedente variante e le sorgenti di calore hanno dimensioni differenti. In questo caso è più semplice cucinare in contemporanea diversi piatti, operazione resa più accessibile anche dalle differenti misure dei fornelli.
Certo, non si potrà pensare di utilizzare contemporaneamente pentole molto grandi, ma magari sarà possibile adoperare in simultanea più pentolini. Insomma: abbiamo già compiuto un grosso passo in avanti. Le piastre a tecnologia alogena possono prevedere anche l’impiego di soluzioni alternative parecchio intelligenti. I fuochi ad esempio potrebbero comporsi di più cerchi concentrici in modo tale da dare la possibilità all’utente di scegliere quale potenza impiegare e, conseguentemente, di gestire meglio gli spazi a disposizione.
I modelli più grandi infine constano di 5 o 6 fuochi ed hanno una lunghezza massima pari a 90 centimetri. In questo caso ci troviamo chiaramente davanti ad un prodotto estremamente funzionale e versatile dato che è sicuramente possibile cucinare più pietanze contemporaneamente anche utilizzando pentole relativamente grandi.
Normalmente questi modelli impiegano tecnologia alogena per il semplice motivo che tale scelta consente di evitare le dispersioni di calore di cui sopra. Essi inoltre meglio si adattano alle famiglie numerose ed agli utenti che amino trascorrere molto del loro tempo libero dietro ai fornelli.
Input
Chiaro è che per utilizzare un piano cottura elettrico bisogna in qualche modo “comunicare” con l’oggetto in questione. Ciò accade essenzialmente utilizzando dei comandi che nel caso dell’oggetto in esame possono essere individuati in manopole o in pannelli touch. Bottoni, pulsanti, maniglie, pomelli et similia fanno sicuramente parte di un design ormai collaudato nel tempo. Si tratta peraltro di ” sistemi di comunicazione” semplici ed intuitivi da utilizzare.
Per dosare la potenza della fiamma in questo caso si utilizzeranno degli indicatori del livello di potenza e per attivare il sistema sarà sufficiente roteare la manopola oppure ancora esercitare una piccola pressione sulla stessa e quindi azionare il pulsante. I comandi touch invece sono figli di questi ultimi decenni. Essi sono indubbiamente eleganti, capaci di assicurare un design unico all’oggetto in questione e di certo altrettanto semplici ed intuitivi da utilizzare.
Il problema in questo caso risiede però nella praticità d’impiego del piano cottura che comunque può in qualche misura risultare ridotta quando sono presenti dei comandi touch. Ciò perché si tratta di sistemi a monte più delicati e quindi più soggetti a rotture e malfunzionamenti. In secondo luogo si consideri che a volte un semplice sfregamento involontario può alterare le impostazioni del sistema, spegnerlo o accenderlo senza che l’utente se ne renda immediatamente conto e così via.
Vero è però che indissolubilmente legate all’impiego del touch esistono delle funzioni specifiche che consentono ad esempio di regolare con precisione la temperatura che una piastra deve sviluppare. Queste caratteristiche in ogni caso appartengono tipicamente ai piani cottura elettrici ad induzione.
Materiali di realizzo e facilità di manutenzione
I materiali con cui possono essere costruiti i piani cottura non sono poi tantissimi. Dalla scelta di impiegarne uno anziché un altro può però derivare l’aspettativa di vita di un oggetto oppure ancora la necessità di provvedere diversamente alla sua manutenzione. Ma andiamo con ordine. I piani cottura elettrici a tecnologia radiante vengono di norma costruiti in acciaio.
L’azienda produttrice può lavorare ulteriormente il materiale smaltandolo o rendendolo inossidabile. Si tratta in entrambi i casi di oggetti davvero molto resistenti alle sollecitazioni esterne, al calore ed ai detersivi. Pulire un piano cottura in metallo, particolare che di certo non guasta, è anche molto semplice. In questi casi quindi la manutenzione maggiore sarà richiesta dalle piastre che tendono invece ad ossidarsi abbastanza velocemente.
Esse dovranno quindi essere ripulite a freddo ogni qualvolta si deciderà di utilizzarle. Buona norma è avvalersi a tal riguardo di detergenti pensati ad hoc per questa tipologia di materiali o, meglio ancora, per la categoria di elettrodomestici qui in esame. Come abbiamo accennato ormai qualche riga addietro, i piani cottura elettrici dotati di piastre alogene invece vengono nella maggior parte dei casi costruiti in vetroceramica, materiale capace di resistere sino al raggiungimento di 800°C di temperatura.
Per quanto durevole questa tecnologia presenta il grosso handicap di richiedere continue e costanti operazioni di manutenzione. Sottrarsi a tale pratica significherebbe perdere in breve tempo la lucidità e la brillantezza che caratterizzano questa tipologia di oggetto e che inconsciamente suggeriscono l’idea che l’apparecchio sia sempre ben pulito. Ancora una volta, aspettando ovviamente che i fuochi si raffreddino a dovere, sarà quindi necessario pulirli ad ogni utilizzo.
Qualora si rendesse indispensabile poi sarà opportuno agire utilizzando una spatola fornita in allegato insieme al prodotto. Questo oggetto, se non incluso nel package, potrà essere acquistato dagli utenti in separata sede. Il suggerimento in questo caso è quello di non avvalersi mai di spugne abrasive né tanto meno di saponi non specifici. Attenzione infine ad evitare in fase di cottura che qualcosa entri o defluisca all’interno delle piastre: l’oggetto in esame potrebbe in tal caso riportare dei danni non sempre facili o economici da riparare.
Sono Valentina Idone e grazie alla mia esperienza di esperta di elettrodomestici, posso offrirvi i migliori consigli sui modelli più adatti alle vostre esigenze. Provo personalmente diversi elettrodomestici e fornisco un’opinione onesta sulle loro prestazioni per aiutarvi a prendere una decisione consapevole.