Come scegliere il miglior minipimer (frullatore a immersione) tra tutti quelli che affollano gli scaffali dei negozi dedicati? Chissà quante volte gli appassionati di cucina si saranno posti questa domanda!
Il piccolo elettrodomestico in questione, del resto, ha una sua innegabile utilità e possederne uno sarebbe l’ideale tanto per chi ama stare dietro ai fornelli quanto per chi cucina per semplice necessità ed anzi vorrebbe ridurre sensibilmente i tempi di permanenza all’interno di questa stanza.
Quali che siano le esigenze di chi acquista un minipimer, siamo sicuri che tra i lettori ed i probabili acquirenti non siano ancora in molti ad avere ben chiare le idee sulle caratteristiche tecniche di questo utensile da cucina. E che dire delle peculiarità che differenziano l’oggetto in esame da altri simili (frullatore tradizionale su tutti)? Ed in quanti saprebbero distinguere un prodotto di buona fattura da un articolo un po’ meno performante?
Niente paura: non sarà poi così difficile barcamenarsi tra le tante informazioni riguardanti i frullatori ad immersione, a patto però di leggere con attenzione le prossime righe. Qui cercheremo di fugare ogni dubbio in merito e di conoscere in maniera un po’ più approfondita il minipimer: qualche notizia in più sull’argomento potrebbe tornare utile tanto ai neofiti quanto ai più ferrati in materia…
Il minipimer: cosa c’è da sapere?
Innanzitutto tornerebbe utile sapere di preciso cosa sia un minipimer: provvediamo quindi a dare subito tutte le delucidazioni del caso. Il prodotto in esame altro non è che un elettrodomestico di uso comune a molti noto anche come frullatore ad immersione o mixer ad immersione. Questo oggetto, in virtù della sua innegabile utilità, negli ultimi anni ha conquistato il cuore di un numero crescente di consumatori i quali apprezzano del minipimer l’estrema semplicità di impiego e la compattezza della struttura (per quanto ci si impegni in cucina gli spazi sembrano non bastare mai e quando un elettrodomestico lavora bene senza ingombrare i pensili sembra quasi conquistarci a priori).
Proprio questo successo ha fatto sì che negli anni le aziende produttrici ideassero svariati modelli di mixer ad immersione tra loro diversi per forma, colore, funzioni, accessori e quant’altro: insomma le consuete variazioni sul tema che alla fin fine distinguono i prodotti di vecchia generazione da quelli di più moderna concezione.
Sorvolando su questo aspetto della questione, passiamo a soddisfare una curiosità che interessa spesso un gran numero di acquirenti: esistono delle differenze apprezzabili tra un classico frullatore ed un prodotto ad immersione? La risposta ovviamente è sì. Le differenze, contrariamente a quanto i profani potrebbero pensare, non risiedono soltanto nella forma e nell’ingombro del prodotto, ma anche nella struttura dei due articoli.
I blender, vale a dire i modelli di frullatore dotati di bicchiere, hanno in genere una solida base realizzata, a seconda dei casi, in plastica o partendo dalla lavorazione di alcuni metalli. Dentro questa base, lo sanno un po’ tutti, trova alloggio il motore del sistema. Immediatamente al di sopra viene ancorato il bicchiere all’interno del quale l’utente posiziona delle lame che, nella migliore delle ipotesi, sono intercambiabili e differiscono in relazione all’alimento da trattare.
Sopra il bicchiere infine, come del resto era auspicabile che fosse, c’è un coperchio grazie al quale è possibile evitare che gli schizzi raggiungano ogni angolo della cucina. Ovviamente, in relazione alle sue caratteristiche strutturali, un frullatore di vecchia concezione occupa spazi più estesi rispetto ad un minipimer e necessita per essere azionato di essere appoggiato su un piano solido, non ondulato e non sdrucciolevole. Questi prodotti sono in genere utilizzati dai più tradizionalisti e da chi lavora di norma su grossi volumi. Attenzione: in relazione alle caratteristiche tecniche del dispositivo sarà possibile tritare alimenti più o meno duri.
I minipimer vengono invece preferiti da chi lavora su piccoli volumi, da chi ha poco spazio in cucina e da chi non ha molti piani d’appoggio su cui poter contare. Il grosso vantaggio di questo strumento, per altro, è che consente di frullare le proprie preparazioni direttamente nelle pentole o nelle ciotole utilizzate per creare il composto, permettendoci così di agire in maniera più veloce e di sporcare qualcosa in meno.
Detto ciò, vediamo di capire com’è fatto un frullatore ad immersione. Esso consta in genere di un’impugnatura, zona in cui di solito trova alloggio il motore, di una gamba, appendice dell’impugnatura, e di un piede, ossia della parte in cui risiedono le lame. Ma andiamo con ordine.
L’impugnatura, per essere ben fatta, dovrebbe tener conto di tutti i principi base dell’ergonomia e dare modo agli utenti di accedere facilmente ai tasti di accensione e selezione programma. La gamba invece può essere sganciata dall’impugnatura ed avere lunghezze e circonferenze diverse in relazione al modello che si sceglie di acquistare. In alcuni casi essa può anche essere saldata al piede. Quest’ultimo viene di norma immerso nei cibi da trattare.
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Minipimer: le istruzioni per l’uso
Prima di dare a chi legge qualche dritta su come scegliere il miglior minipimer (frullatore a immersione) tra tutti quelli attualmente in commercio, è forse il caso di capire come si usi questo piccolo elettrodomestico. Non che sia qualcosa di complicato, ma a volte apprendere qualche trucchetto del mestiere torna utile a tutti, anche ai più bravi.
Iniziamo col dire allora che non tutti i minipimer sono uguali e che spesso le case produttrici lanciano sul mercato degli oggetti che, in virtù di alcune scelte di design che differenziano il prodotto da altri articoli similari, possono avere modalità d’uso leggermente deviate dalla norma. Questa premessa è molto importante perché un impiego scorretto del piccolo elettrodomestico può ripercuotersi sui nostri manicaretti il che, dopo aver investito tempo e fatica dietro ai fornelli, potrebbe infastidire alquanto chi finirebbe per rovinare tutto per una bazzecola. Prima di azionare il proprio minipimer quindi è sempre bene dare una rapida occhiata al libretto delle istruzioni: non si sa mai.
Adesso, date tutte le avvertenze del caso, vediamo un po’ come solitamente deve essere utilizzato un minipimer: esso può frullare gli alimenti semplicemente immergendo la parte priva di motore all’interno del bicchiere in dotazione o delle pentole adoperate per una qualsiasi preparazione. Una volta azionato il piccolo frullatore, si selezionerà il programma più adatto alla circostanza. Ciò che conta è che, a prescindere dal modello e dalle variazioni sul tema, il minipimer non deve mai rimanere in posizione statica ma ruotare descrivendo la circonferenza del contenitore in cui viene inserito o, quando si ha a che fare con pentole particolarmente ampie, raggiungendo in maniera alternata tutte le porzioni del contenitore.
Ma c’è un’altra cosa che chi usa un minipimer deve imparare: come evitare che gli schizzi finiscano dappertutto. Perché ciò accada è importante innanzitutto che la gamba stia sempre immersa all’interno del contenitore: il piede infatti deve praticamente sfiorare il fondo dello stesso. Importante è anche regolare la velocità in modo da non imprimere al composto un movimento eccessivamente turbolento.
Soltanto in questa maniera si eviterà di seminare il preparato ovunque e si otterrà un frullato vellutato come da regola. Un’altra tecnica per evitare che gli schizzi invadano la cucina è quella di mettere all’opera il minipimer soltanto all’interno di recipienti abbastanza alti. Alcuni modelli di frullatore ad immersione poi, ovviamente ritenuti tra i migliori sul mercato, sono dotati anche di gambe antischizzo.
In certi casi però, se nonostante tutte le precauzioni del caso gli schizzi continuano ad adornare top e pensili della cucina, non è da escludere che il frullatore ad immersione non funzioni a dovere. Uno dei principali espedienti per mantenere in buona salute il proprio elettrodomestico è lavarlo accuratamente dopo ogni utilizzo (a mano o in lavastoviglie a seconda delle istruzioni riportate sul manuale). La pulizia del dispositivo, ovviamente non deve mai interessare la parte contenente il motore che, tuttalpiù, può essere trattata all’occorrenza con una pezzuola umida.
Una piccola curiosità
Non possiamo presentare del tutto il minipimer senza far presente a chi legge che, a ben vedere, questo strumento non serve soltanto per agevolare i compiti di chi si dedica ai fornelli. Il frullatore ad immersione infatti è un oggetto per certi aspetti molto versatile e, soprattutto quando se ne acquista una versione parecchio evoluta, può assolvere anche a compiti non convenzionali come ad esempio tritare prodotti molto diversi dai comuni alimenti.
Grazie a questo apparecchio insomma sarà possibile preparare in casa saponi e detersivi, maschere di bellezza e quant’altro. Ovviamente però nel caso in cui si decidesse di utilizzare il minipimer per scopi diversi da quelli legati alla preparazione di un pasto, sarebbe meglio possedere due prodotti da destinare rispettivamente agli alimenti ed agli ingredienti che servono a realizzare qualcosa di non edibile.
Come scegliere il miglior minipimer (frullatore a immersione ) tra quelli in vendita?
Sono tante le caratteristiche tecniche che bisognerebbe associare ad un buon minipimer: in quanti saprebbero elencarle tutte? Dato che con questa nostra guida ci siamo posti l’obiettivo di fare luce sull’argomento, noi ci proviamo. Ecco allora tutte le qualità da ricercare nel prossimo frullatore ad immersione che varcherà la soglia della porta di casa:
Alimentazione
Uno degli aspetti da tenere in conto quando si compra un elettrodomestico è il tipo di alimentazione che esso richiede. Per quanto riguarda i frullatori ad immersione questi possono necessitare di corrente elettrica o funzionare in modalità cordless (ovviamente perché contenenti delle batterie da ricaricare a monte). Come spesso avviene in questi casi, tutti i modelli funzionanti grazie ad un cavo possono vantare una maggiore potenza e quindi una migliore versatilità.
Tali prodotti presentano però anche il limite di poter essere attivati soltanto in presenza di una presa. A corollario di questa affermazione dobbiamo aggiungere che un altro elemento da tenere sempre in considerazione è che quando si opta per un minipimer elettrico il cavo deve avere una lunghezza tale da consentire l’uso del prodotto senza grosse difficoltà; questo significa che il filo non dovrebbe mai essere più corto di un metro e mezzo. Chiaramente è sempre possibile ovviare al problema usando una prolunga, ma la soluzione potrebbe non rivelarsi eccessivamente pratica e veloce.
I modelli di frullatore ad immersione alimentati a batteria sono indubbiamente molto più easy da utilizzare, non presentano la necessità di avere delle prese di corrente nelle immediate vicinanze e non creano intralcio con i loro lunghi cavi elettrici. Essi però devono sempre essere mantenuti in carica e non è detto che questo particolare ritorni per tempo alla mente di chi deve cucinare. Se si ha lo spazio comunque si può anche pensare di tenere il minipimer in bella mostra sugli scaffali della cucina: inserito nella sua base caricabatterie sarà sempre pronto per l’uso.
Informazione di servizio: sia che si decida di acquistare un prodotto ad alimentazione elettrica, sia che si opti per le pile, il tasto di avvio del sistema dovrà nella maggior parte dei casi essere sottoposto a pressione per tutta la durata della lavorazione. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, tale espediente viene attuato dai designer dei migliori prodotti per salvaguardare la nostra sicurezza: cosa succederebbe se, magari dopo averlo impostato con programmi a velocità elevata, lasciassimo il nostro minipimer accesso sulla cucina o dentro le ciotole, magari alla portata dei bambini? Meglio non saperlo per diretta esperienza…
Utente
Eh sì, prima di comprare un minipimer bisognerebbe anche interrogarsi un po’ sulle proprie necessità e sulle competenze possedute ed in particolar modo cercare di capire se il prodotto di cui si necessita deve avere delle caratteristiche che rimandino ad un frullatore ad immersione di tipo professionale o più semplicemente ad un prodotto pensato per un uso domestico. Chiariamo subito che nella maggior parte dei casi la differenza c’è ma non è abissale e risiede tutta nella potenza e nel corredo di accessori inclusi nel package o acquistabili in separata sede.
Potenza
Un minipimer professionale avrà sempre una potenza pari o superiore ai 700 W. Questo parametro è molto importante dato che consente di valutare tanto la velocità del dispositivo quanto la possibilità di lavorare su un maggior numero di alimenti caratterizzati da consistenze tra loro anche molto differenti. Quest’ultimo parametro interessa soprattutto i più addentrati nel mondo della cucina, ma è comunque importante metterlo in luce anche in questa sede.
Specifichiamo inoltre che, per quanto il proprio minipimer non sia dei migliori, la sua potenza non dovrebbe mai scendere al di sotto dei 400W: si rischierebbe altrimenti di avere in mano poco più che un giocattolino. Le basse potenze comunque non sono per forza indice di scarsa qualità a patto che esse possano essere selezionate tra un ventaglio di proposte presenti di default nell’apparecchio. Esse insomma andranno bene per lavorare creme o ingredienti morbidi, mentre velocità intermedie dovranno essere utilizzate sui cibi duri o ancora crudi.
Quando si ha per le mani un frullatore ad immersione che raggiunge i 1000W (parliamo qui ovviamente di un modello professionale) l’apice della potenza andrà utilizzato soltanto per particolari tipi di alimenti o preparazioni. Insomma: l’ideale sarebbe procurarsi un bel tutto in uno che consenta a chiunque di dare libero sfogo alla fantasia.
Silenziosità
I robot da cucina possono essere più o meno silenziosi ed il minipimer non fa di certo eccezione. Ovviamente più il motore sarà potente e maggiore sarà il livello di decibel prodotti. Attenzione quindi a valutare anche questo aspetto della questione mettendolo ovviamente in relazione con il tipo di utilizzo che si prevede di fare dell’apparecchio e con le esigenze di chi ci vive intorno
Lame
Le lame sono ovviamente una parte a dir poco fondamentale del sistema frullatore ad immersione. Inutile dire che i prodotti migliori prevedono per la realizzazione di questi oggetti l’impiego di metalli, soprattutto di acciaio inossidabile. Le lame infatti non soltanto devono resistere al diverso grado di sollecitazione derivante dalla consistenza degli alimenti da triturare, ma devono resistere anche al calore sviluppato durante l’attività o al possibile contatto con alimenti caldi di per sé.
I frullatori ad immersione appartenenti alla fascia più economica, non di rado, constano di lame e persino di gamba e piede realizzati in plastica. Ora, ammesso anche che in questo caso il PVC sia trattato per diventare termoresistente, è pur sempre vero che la qualità di un simile prodotto sarà comunque inferiore.
C’è poi da considerare un altro fattore: gli articoli con lama in plastica, almeno a parere di alcuni esperti, potrebbero danneggiare la salute. Il PVC a certe temperature infatti, almeno a detta di alcuni specialisti del settore, potrebbe sprigionare i cosiddetti BPA, sostanze comunemente ritenute addirittura cancerogene.
Accessori
Questa voce non può che essere molto ricca dato che, come accennavamo poco prima, un prodotto professionale spesso si distingue da uno più scadente anche per il suo corredo di accessori. Ovviamente questi gadget, se così vogliamo chiamarli, permettono di aumentare le possibilità di uso del prodotto e giustificano in qualche modo l’eventuale incremento del prezzo dell’articolo.
Molto spesso, anche se perfettamente funzionanti, i modelli basic non sono dotati di alcun accessorio a corredo ad eccezione del libretto di istruzione (a volte manca anche quello). Man mano che i modelli si migliorano però iniziano a comparire i primi gadget. Ecco quindi arrivare il bicchiere graduato, utile per evitare che il composto schizzi ovunque e per meglio raccapezzarsi sulle quantità di prodotto lavorato, le fruste per montare alimenti e gli accessori per la polverizzazione di alcuni cibi, gli schiacciapatate, i tritaghiaccio e chi più ne ha più ne metta.
Fatta luce sugli accessori inclusi nelle varie confezioni è anche bene specificare, soprattutto per i meno addentrati nel settore, che non tutti i gadget in questione possono dopo l’uso essere ripuliti nella stessa maniera: sebbene sia fondamentale posarli lindi e scintillanti, in alcuni casi per far ciò sarà necessario impiegare un po’ di olio di gomito, in altri si potrà comodamente infilare il tutto in lavastoviglie e procedere tranquillamente con la propria routine quotidiana…
Prezzi
Disquisire sui prezzi di un minipimer può essere davvero impegnativo, soprattutto se si considera che l’assortimento è tanto e tale che giocoforza la forbice dei costi non può che essere davvero molto ampia. Diremo quindi in generale che per un prodotto economico, ossia un minipimer la cui potenza non superi i 400W, con molte parti realizzate in plastica ed i cui accessori in dotazione siano pochi o del tutto assenti, possono bastare poche decine di euro. Attenzione: qui serve una precisazione.
Prodotto di fascia bassa non significa necessariamente prodotto senza marca: molte aziende infatti immettono sul mercato linee pensate per andare incontro alle esigenze di un target molto ampio e quindi offrono articoli altamente prestazionali ed altri un po’ meno qualitativi. Passiamo ora ai frullatori ad immersione di fascia media.
In questa categoria includiamo tutti quei minipimer la cui potenza non superi i 600W, accessoriati con lo stretto indispensabile e realizzati con materiali ibridi (capita per esempio che le lame siano in acciaio ma il piede sia in plastica). In quel caso il costo va in media dalle 50 alle 100 euro a seconda di una serie di parametri di valutazione più o meno secondari.
La fascia alta invece, quella che per intenderci propone apparecchi la cui potenza sia pari o superiore ai 700W, consta di gamba, piede e lame realizzate in acciaio inossidabile ed è anche molto accessoriata. Questo tipo di prodotto ha un costo che supera ampiamente il centinaio di euro. Stesso discorso vale per i modelli professionali che, come già detto altrove, si caratterizzano per il wattaggio, per la presenza di accessori e per l’impiego di materiali particolarmente resistenti (tutto l’oggetto potrebbe essere costruito in acciaio).
Detto ciò, è però utile specificare che per concludere un buon affare non necessariamente bisognerà acquistare il frullatore più costoso dell’intero magazzino o del portale di e-commerce a cui si è deciso di rivolgersi. Si tenga sempre presente infatti che il segreto per portare a termine un buon acquisto è comprare qualcosa che risponda alle proprie necessità e competenze (senza quindi sopravvalutarsi o sottovalutarsi).
Marca
Anche la marca, più o meno prestigiosa che sia, può in qualche modo rappresentare un criterio di valutazione e selezione del proprio frullatore ad immersione. In molti infatti tendono a priori ad orientarsi sui prodotti commercializzati da quelle aziende note e blasonate che tutti ormai conosciamo.
Tale scelta, tra l’altro saggia dato che ci consente di avere a che fare con ottimi centri assistenza e di reperire in caso di necessità eventuali pezzi di ricambio originali senza andare incontro a troppi problemi, in molti casi deriva da precedenti esperienze positive con quel brand.
Orientarsi comunque su un prodotto di marca significa in molti casi scegliere a priori un articolo effettivamente prestazionale, che sia realizzato seguendo tutte le normative sulla sicurezza relative a quel dato elettrodomestico e che venga costruito nella maggior parte dei casi con materiali di ottima qualità.
Velocità
Quando si parla di minipimer il concetto di velocità è in qualche modo sempre connesso con quello di potenza del motore. La scelta più saggia in assoluto sotto questo punto di vista è quella di selezionare sempre prodotti che ci consentano di poter optare, a seconda delle esigenze del momento, tra diverse velocità di rotazione delle lame. Le più basse serviranno sempre per ottenere dei composti cremosi, soffici e delicati, le più alte invece si applicheranno alla lavorazione di cibi più consistenti.
Impugnatura
L’impugnatura del minipimer deve rigorosamente obbedire ai più ovvi criteri di ergonomicità onde evitare spiacevoli incidenti in cucina. Essa deve quindi essere morbida, avere una forma che agevoli la presa, essere rivestita da materiale antiscivolo ed avere una misura in qualche modo proporzionata alla grandezza delle mani dell’utente.
E’ poi importante che l’apparecchio resti facilmente manovrabile anche nel caso in cui si abbiano le dita leggermente bagnate e che i pulsanti di accensione o utili alla scelta della velocità siano collocati in modo da essere sempre facili da raggiungere e da tenere premuti.
Peso
Il peso e la maneggevolezza di questo attrezzo, ovviamente, influiscono parecchio sulla possibilità di adoperare al meglio il minipimer e quindi sulla resa finale in cucina. In genere i frullatori ad immersione sono sempre molto leggeri, ma dato che la nostra è una valutazione pur sempre soggettiva, ogni utente che si accingesse ad acquistare l’elettrodomestico in questione farebbe meglio a verificare di persona.
Ingombro
L’ingombro di un minipimer è sempre relativo dato che l’oggetto ha spesso un design molto slim, per così dire. Una variabile in tal senso potrebbe essere costituita dagli accessori. In questo caso comunque è possibile rimediare riponendoli tutti in un contenitore salvaspazio.
Facilità di manutenzione e pulizia
Il minipimer è, quasi per definizione, un oggetto che una volta in uso tende a sporcarsi parecchio. I frullati, gli ingredienti sminuzzati e quant’altro tendono infatti ad incastrarsi con facilità sotto le lame e se non rimossi subito dopo l’uso possono compromettere seriamente le future prestazioni della macchina sino a romperne del tutto gli ingranaggi.
La prima cosa da fare quindi per mettere in pratica un po’ di sana manutenzione è quella di lavare accuratamente il frullatore ad immersione subito dopo l’utilizzo tenendo conto che le parti costruite in metallo possono indifferentemente essere trattate a mano o in lavastoviglie, quelle in plastica secondo le istruzioni di volta in volta fornite dalla casa produttrice, mentre l’impugnatura, ossia la parte che contiene il motore, può essere nettata con un panno umido non abrasivo.
Frullatore ad immersione: quali alimenti trita e sminuzza?
Adesso che abbiamo imparato a scegliere un buon frullatore ad immersione, abbiamo scoperto quanti modelli di minipimer esistono in commercio e conosciamo anche qualche trucco del mestiere relativo al suo utilizzo, è bene cercare di capire quali sono gli alimenti che questo apparecchio riesce a tritare e sminuzzare al meglio.
Come abbiamo visto molto dipende dalle caratteristiche tecniche dell’oggetto in questione, ma tra i cibi che di sicuro possono essere trattati senza grossi problemi non possiamo non annoverare i legumi e gli ortaggi. Insomma: come si potrebbe diversamente preparare in casa una vellutata genuina e dal sapore inconfondibile?
E che dire di quelle squisite passate di legumi che tanto rendono piacevoli le cene invernali? Il nostro piccolo elettrodomestico poi può frullare alla perfezione anche le patate bollite in modo da rendere immediata la preparazione di un purè o di una base per il gateau di patate.
Questo basta a mostrare a chi legge quanto questo strumento da cucina abbia del passaverdure che tutti conosciamo e quanto abbia invece del classico frullatore dalle grandi dimensioni: esso assomma in sé i vantaggi di questi due elettrodomestici, permettendoci quindi di risparmiare spazio in dispensa, ed elimina gli svantaggi ad essi connessi.
Ma non è ancora tutto. In presenza degli accessori giusti il frullatore da immersione può montare la panna o le uova, dare vita ad un’ottima maionese e, perché no, persino affettare di tutto un po’. Insomma: ancora dubbi sulla necessità di avere sempre in casa un buon minipimer?
In conclusione
Il frullatore ad immersione deve il suo nome, ormai chiunque se ne sarà reso conto da sé, al modo in cui va utilizzato: esso infatti viene letteralmente immerso in tutto ciò che dobbiamo frullare regalandoci in pochi istanti un ottimo trito. La forma di questi oggetti, per forza di cose, è sempre allungata. Notevole è poi la praticità e la versatilità di questi strumenti i quali hanno semplificato, e non di poco, la vita di chi per svariati motivi si ritrova spesso dietro ai fornelli a preparare manicaretti più o meno elaborati.
C’è poi da dire che questi aggeggi altro non sono che una sorta di naturale evoluzione del classico frullatore che tutti conosciamo e che almeno una volta abbiamo visto in funzione. Quando i primi minipimer hanno fatto la loro comparsa sul mercato, sembravano quasi i fratelli poveri dei più diffusi modelli corredati da bicchiere: essi infatti non erano molto potenti ed in linea di massima servivano a poco.
Oggi però le case produttrici hanno puntato davvero molto su questi prodotti, tanto che ormai sono in grado di sostituire, e del resto li stanno già rimpiazzando, i vecchi modelli di frullatore. Il segreto di tanto successo risiede probabilmente nell’estrema versatilità, nell’innegabile praticità e nella crescente completezza di funzioni posseduta dai minipimer.
Sono Valentina Idone e grazie alla mia esperienza di esperta di elettrodomestici, posso offrirvi i migliori consigli sui modelli più adatti alle vostre esigenze. Provo personalmente diversi elettrodomestici e fornisco un’opinione onesta sulle loro prestazioni per aiutarvi a prendere una decisione consapevole.