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Stabilizzatore di tensione per casa e ufficio: come funziona e quale scegliere

Lo stabilizzatore di tensione per casa e ufficio è un apparecchio utilissimo. Vediamo quando e perché è utile utilizzarne uno.

A cosa serve e come funziona lo stabilizzatore di tensione

Lo sa bene chi vive o lavora in edifici il cui impianto elettrico lasci in po’ a desiderare oppure ancora chi trascorre le sue giornate in zone del paese discretamente isolate. Nell’uno e nell’altro caso è molto probabile che si subiscano gli effetti nefasti di continui sbalzi di tensione, fenomeni che alla lunga sono in grado di mandare in tilt PC, elettrodomestici ed apparecchi elettronici di ogni ordine e grado.

Ma come agisce questo marchingegno? Beh, per sommi capi, potremmo dire che esso regola in automatico la tensione elettrica evitando così che essa subisca bruschi cali o vere e proprie impennate. L’azione dello stabilizzatore si avverte tanto sulla tensione di ingresso quanto sulla tensione in uscita. Il dispositivo può essere impostato all’occorrenza su un determinato valore, 220 V è l’ideale per quanto riguarda l’Italia.

Apparecchi collegabili allo stabilizzatore di corrente: caldaia, pc, gruppo elettrogeno, pompa di calore…

A questo punto magari vi interesserà sapere quali sono gli apparecchi di uso comune che è possibile collegare ad un stabilizzatore di tensione per casa e ufficio. Beh, in maniera quasi scontata potremmo dire che tali dispositivi sono pensati per interfacciarsi tanto con il frigo quanto con la TV, con il PC come con le consolle di gioco e via discorrendo. In sintesi insomma potremmo dire che non esiste dispositivo normalmente presente in casa che non possa trarre beneficio dalla presenza di uno stabilizzatore di tensione.

Adesso però spostiamo la nostra attenzione su qualcosa di meno scontato. L’oggetto qui in esame potrà interfacciarsi anche con i sistemi di riscaldamento e refrigerazione presenti tanto in ambienti domestici quanto sul posto di lavoro. Ci riferiamo nello specifico alle caldaie a gas, ma anche alle pompe di calore oppure ancora ai sistemi di climatizzazione che però, lo vedremo meglio tra poco, necessiteranno di uno stabilizzatore bidirezionale (stesso discorso vale per gli impianti fotovoltaici).

Possibile, ed utilissimo peraltro, è collegare l’apparecchio qui in esame anche ai vostri sistemi di videosorveglianza. Insomma: nessuno al giorno d’oggi potrebbe a cuor leggero decidere di privarsi di un sistema di stabilizzazione della tensione!

Migliori stabilizzatori di tensione per casa e ufficio

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Scegliere uno stabilizzatore di tensione per casa e ufficio: guida all’acquisto

Lo stabilizzatore di tensione per casa e ufficio non è esattamente uno di quegli oggetti che si acquistano in maniera svagata e rilassata durante una divertente sessione di shopping. Comprare un apparecchio del genere significa infatti avere un certo tipo di competenze tecniche nonché conoscere l’esatto funzionamento degli impianti elettrici domestici o presenti sul posto di lavoro.

Se non possedete questo tipo di competenze comunque non dovete gettare la spugna, né tanto meno relegare ad altri l’acquisto del vostro futuro stabilizzatore di tensione. Vi basterà infatti seguire i criteri di selezione del prodotto che troverete qui in calce per poter provvedere autonomamente alla compera del dispositivo.

La tipologia

Una delle prime cose che bisogna tenere in considerazione quando si acquista uno stabilizzatore di tensione per casa e ufficio è la tipologia di appartenenza del prodotto. Fondamentalmente sul mercato esistono due diverse categorie di dispositivi: gli unidirezionali ed i bidirezionali.

Nel primo caso, quello in assoluto più gettonato dagli utenti, la tensione in entrata verrà corretta e dirottata verso tutti i dispositivi che deciderete di collegare allo stabilizzatore. I prodotti unidirezionali possono essere utilizzati infatti per tenere sempre in funzione elettrodomestici di ogni ordine e grado, apparecchiature informatiche, televisori, stereo e quant’altro.

La variante bidirezionale è sicuramente un po’ più sofisticata (e costosa) rispetto a quella appena descritta. Essa va comunque acquistata soltanto nel caso in cui si posseggano dei dispositivi alimentati da motori inverter. L’esempio tipico è quello dei pannelli fotovoltaici o dei climatizzatori.

Abbiamo poi due categorie bonus per così dire, quella degli stabilizzatori portatili e quella degli stabilizzatori per veicoli. Nel primo gruppo rientrano tutti gli apparecchi aventi funzioni simili a quelle sinora descritte, ma pensati per poter essere trasportati facilmente lontano da una sede fissa.

Essi sono quindi utili in caso di viaggi frequenti. Ci teniamo a specificare che questi congegni possono essere impiegati anche al di fuori dei confini nazionali. Ciò perché, all’occorrenza, essi possono essere tarati sui valori di tensione normalmente presenti in altre nazioni: non tutti insomma appartengono al club dei 220 V. Gli stabilizzatori di tensione per i veicoli sono dei congegni altrettanto compatti, ma pensati per potersi comportare come delle batterie tampone.

Essi vi permetteranno, ad esempio, di continuare ad utilizzare tutte le centraline presenti sui veicoli in panne o magari di tenere in memoria le stazioni radio anche quando la pila della vettura darà forfait. Attenzione però: questa categoria di prodotti teme polvere ed acqua ed è quindi bene trovarle una collocazione in auto laddove non ci sia pericolo che l’una o l’altra possano raggiungerla.

Lo schermo

Non tutti gli stabilizzatori sono corredati da display LCD, ma quelli che offrono questo tipo di optional sono senza dubbio da preferire rispetto alle varianti più easy del prodotto. In questo modo vi sarà sempre possibile tenere sotto controllo i livelli della tensione in entrata ed in uscita.

Ciò significa che avrete a disposizione tutti gli strumenti utili ad evitare che si verifichino dei sovraccarichi, eventi capaci di danneggiare un gran numero di apparecchiature elettroniche. Accertatevi sempre comunque che lo schermo in questione sia di facile utilizzo, che i caratteri o i simboli siano ben visibili in ogni circostanza e che il display riporti i dati di vostro interesse in maniera comprensibile per chiunque abbia a che fare con il dispositivo.

L’efficienza energetica

La classe di efficienza energetica è uno di quei criteri selettivi da tenere sempre bene a mente quando si acquista un qualsiasi tipo di congegno elettronico. Lo stabilizzatore di tensione per casa e ufficio, in quanto facente parte della categoria, non rappresenta di certo un’eccezione alla regola.

Ovviamente il nostro consiglio è quello di propendere per un apparecchio collocabile come minimo nella fascia A, meglio ancora se nelle classi A+, A++ o A+++. In questo modo acquisterete un prodotto che per funzionare correttamente non avrà bisogno di un approvvigionamento energetico considerevole e compirete anche una scelta ecologica. Insomma: quando si dice “prendere due piccioni con una fava”!

Le prese

Normalmente per poter interagire con gli elettrodomestici e le apparecchiature elettroniche uno stabilizzatore di tensione per casa e ufficio si avvale di prese a bicchiere, dette anche Schuko. Sin qui niente da eccepire. State attenti però ad un piccolo particolare: le prese di entrata qui in esame possono appartenere alle categorie bypass o filtrata.

Nel primo caso avrete a che fare con un prodotto tradizionale ossia utile a connettere dei dispositivi ma senza nessuna garanzia di protezione derivante da meccanismi interni di regolazione della tensione. Le prese filtrate invece sono sotto questo punto di vista più evolute e riescono a separare eventuali guasti provenienti dai diversi congegni elettronici che fanno capo al congegno. Indovinate un po’, alla luce di questi dati, cosa sia meglio acquistare…

Il cavo elettrico

Abbiamo detto che, per definizione, lo stabilizzatore di tensione per casa e ufficio necessita di un’alimentazione elettrica. La lunghezza del cavo di collegamento diventa perciò un altro elemento da tenere sempre in viva considerazione quando si acquista un congegno elettronico quale è quello in esame. Un cavo sottodimensionato infatti potrebbe costringervi a mille artifizi pur di poter collocare lo stabilizzatore in un punto della casa o dell’ufficio che permetta la facile consultazione dello schermo LCD.

Un filo troppo lungo invece potrebbe creare ingombro, farvi inciampare o spezzarsi internamente per la naturale tendenza degli utenti ad avvolgerlo su sé stesso riducendo l’ingombro. Decidete quindi a priori dove collocare il dispositivo e regolatevi di conseguenza per quanto riguarda la lunghezza del cavo elettrico.

I pulsanti e le spie luminose

Quando si acquista uno stabilizzatore di tensione per casa e ufficio si deve essere certi che i progettisti abbiano contemplato la possibilità di accendere e spegnere l’apparecchio a seconda delle circostanze. In questo caso, non è poi tanto difficile immaginarlo, sulla scocca del dispositivo saranno presenti un tasto d’avvio ed un pulsante di blocco.

Un altro elemento fondamentale è poi la spia luminosa. Essa ha il compito di segnalare l’effettivo funzionamento dell’apparecchio. In certi casi le lucine a led installate sulla scocca dello stabilizzatore, avvalendosi ovviamente di colori diversi, possono segnalare anche una modalità di collegamento scorretta. La presenza di spie luminose è importantissima soprattutto nell’eventualità in cui l’apparecchio in questione sia privo di schermo.

La potenza

Il fabbisogno energetico di una casa o di un ufficio varia in relazione al numero di elettrodomestici presente nei locali ed alle abitudini di inquilini ed impiegati. A determinare questo valore concorrono perciò tanto il numero di lampadine accese quanto l’impiego più o meno costante di congegni elettronici di varia natura.

Determinare tale valore significa sommare i voltaggi di ciascun apparecchio. Il risultato ottenuto però potrà ancora subire delle oscillazioni. All’atto dell’accensione infatti un qualsiasi congegno elettronico tende a lavorare a carico massimo e quindi necessita di picchi di tensione. Ciò incide ovviamente sui consumi totali registrati.

Per conoscere con esattezza la potenza del vostro futuro stabilizzatore di tensione per casa e ufficio dovrete quindi ricavare i kVA di ciascun apparecchio elettronico presente in casa e sommare poi i relativi valori. A quel punto bisognerà raddoppiare tale cifra. Il risultato ottenuto andrà infine aggiunto alla somma aritmetica delle capacità di tutti i vostri elettrodomestici.

Alla cifra che ne verrà fuori dovete ancora aggiungere un 25% scaturente dalla possibilità di avere a che fare con eventuali imprevisti. Ultimato questo passaggio, otterrete la potenza più adeguata alle vostre esigenze. Se la matematica non è il vostro forte, sappiate che mediamente una casa ad un piano con garage e regolarmente fornita di elettrodomestici richiede un apparecchio la cui potenza superi, anche se di poco, i 10 kW.

I voltaggi per uso domestico dovrebbero poi oscillare tra i 150 ed i 250 V, che ben vengano ovviamente range più ampi: quello indicato è infatti solo il minimo sindacale. Così è più chiaro?

La sicurezza

Uno stabilizzatore di tensione che si rispetti deve sempre essere costruito in maniera tale da poter resistere a sbalzi di tensione particolarmente importanti ed alla minaccia di corto circuito. Un buon apparecchio perciò consterà sempre di sistemi di controllo e di bloccaggio delle funzioni.

Sarà inoltre in grado di resistere anche a situazioni limite proteggendo sia sé stesso che i vostri gingilli elettronici nonché la casa dai pericoli derivanti da un’errata gestione dell’elettricità. I prodotti migliori inoltre saranno sempre marchiati CE e spesso brandizzati.

Stabilizzatore di tensione per casa e ufficio: le zone a rischio

Lo stabilizzatore di tensione per casa e ufficio è un apparecchio che un po’ tutti dovremmo possedere. Abbiamo visto infatti che esistono circostanze facilmente verificabili a qualunque latitudine del globo e che possono seriamente minare la salute dei nostri dispositivi elettronici o rovinare merci, giornate di lavoro e così via.

Assodato ciò, diciamo però che esistono delle zone del nostro paese in cui il rischio di incappare in fenomeni quali il blackout e gli sbalzi di tensione è sensibilmente più elevato. Ci riferiamo per esempio alle zone più rurali dell’Italia o a quei piccoli paesi abbarbicati sulle montagne che magari distano parecchio dalle centrali di distribuzione cittadina o ancora a tutte quelle località servite da linee elettriche ormai “vintage”, sottodimensionate oppure di per sé mal funzionanti.

Purtroppo però la lista delle zone a rischio non termina di certo qui. Aree problematiche potrebbero facilmente essere individuate anche nei pressi di grossi impianti pubblici, per esempio piscine e centri commerciali, laddove ci siano dei corpi illuminati speciali, parecchi climatizzatori perennemente attivi o centrali di distribuzione troppo vicine all’abitato.

Ovviamente conquistano la palma di zone a rischio pure tutte quelle aree sorte nei presi di poli industriali.
Se vi riconoscete in uno o più di questi casi il consiglio che vi diamo è quello di provvedere quanto prima all’acquisto di uno stabilizzatore di tensione per casa e ufficio: non ve ne pentirete.